Inchiesta Centro Oli Viggiano. Si dimette il ministro Guidi

La vicenda che ha coinvolto il Centro Oli di Viggiano e ha portato all’arresto di sei persone, perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di “attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti”, si è riversata alla fine anche sul Governo dato che il ministro delle Attività produttive Federica Guidi si è dimesso questa sera.

Tra gli indagati nel filone d’inchiesta della Procura di Potenza, infatti, anche Gianluca Gemelli, compagno del ministro. Su Gemelli si indaga per traffico di influenze illecite perché, come si legge nell’ordinanza, “sfruttando la relazione di convivenza che aveva col Ministro allo Sviluppo Economico indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total, le qualifiche necessarie per entrare nella bidder list delle società di ingegneria della multinazionale francese, e partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa“.

Agli atti degli inquirenti alcune conversazioni telefoniche tra la Guidi e Gemelli in cui il ministro assicurava di far passare un emendamento che sbloccasse il progetto di estrazione denominato “Tempa Rossa”, in Basilicata, e altre telefonate tra Gemelli e il dirigente della Total Giuseppe Cobianchi per rassicurarlo in merito all’emendamento stesso.

Federica Guidi scrive così a Matteo Renzi, che si trova al momento negli States, per comunicare le proprie dimissioni, richieste a più voci dalle opposizioni dopo la notizia dell’inchiesta. “Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. – dice la Guidi – Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese“.

– redazione –