“Erano rimasti in otto al tavolo, ancora troppi…” Tra questi non troveremo Luca Moricca, perché egli è seduto in un angolo poco illuminato della sala ed osserva i giocatori. Vede giungere la dea bendata che, invece di avvicinarsi al tavolo da gioco, si avvicina a lui e gli sorride. Lo invita a giocare. Luca sa che è tutto frutto della sua fervida fantasia, ma sta al gioco e lancia la sua carta vincente: “Poker Faces”.
- Com’è nata l’idea di scrivere il romanzo “Poker Faces”?
Avevo appena terminato di leggere “Io uccido” di Giorgio Faletti, quando una sera ritrovandomi con alcuni amici abbiamo iniziato a discutere del Texas hold’em. Erano alcune settimane che questi ragazzi giocavano on-line ingenti somme con alterne fortune e mi hanno convinto a tentare la sorte. Dopo alcune sere trascorse a giocare fino a notte fonda con risultati altalenanti, ho appreso che non ero portato per il gioco, ma al contempo ho avuto questa illuminazione ” E se provassi a fondere questa mia passione per la letteratura, quella per i thriller, e questa recente per il poker in un solo romanzo? ”
Era da tempo che avevo in mente di cimentarmi nell’avventura di scrivere, ma non trovavo gli argomenti giusti, una trama convincente e plausibile, fino a quella sera in cui in un solo attimo si è materializzata nella mia mente la vicenda narrata in “Poker Faces”.
- Pensi che il thriller possa essere ancora un sottogenere interessante in quest’epoca di fantasy e di vampiri?
Assolutamente si. Credo che quello dei vampiri e demoni sia un universo completamente differente che coinvolge un pubblico “momentaneo”. Quello dei vampiri è un genere che in questo momento segue la “moda” e a mio modo di vedere è già stato sfruttato abbondantemente. Scrivere un romanzo fantasy è sicuramente meno impegnativo, puoi sfruttare la tua fantasia per far volare un uomo, per far sparire un muro, per lanciare un incantesimo.
In un thriller tutto deve seguire una logica, devi cercare informazioni sugli argomenti trattati, trascorrerai notti insonni alla ricerca di un’informazione senza la quale non potrai scrivere un capitolo. A mio modo di vedere è più impegnativo, ma alla fine anche più appagante, per chi scrive, ma soprattutto per chi legge.
- Luca Moricca gioca a carte?
Giocavo, ma non come professionista. Ho trascorso alcune notti sui siti nei quali si può giocare al poker on line, ma ho compreso ben presto che non era il mio pane.
- Giocare a carte tramite un computer cosa può significare per un giocatore?
Un modo come un altro per trascorrere alcune ore di svago, sempre che non ci si faccia prendere la mano.
Personalmente ho giocato poche decine di euro in tutta la mia vita. E’ vero che il fatto che ci siano in palio anche pochi euro fa sì che il gioco venga affrontato diversamente; l’adrenalina è sicuramente maggiore, ma non bisogna dimenticarsi che resta un gioco.
- L’ambiente di un giocatore di poker di oggi è la classica stanza densa di fumo, con un tavolo tondo ed intorno personaggi loschi e potenti oppure dobbiamo immaginarlo diverso?
Questo è quello che potevamo immaginare vent’anni fa. Il poker moderno ha assunto tutte le caratteristiche di uno sport di livello mondiale. Telecamere, sponsor milionari che fanno a gara per mettere sotto contratto i campioni più affermati, belle ragazze, luci sfavillanti e telecronisti simpatici che raccontano le vicende sportive. Questo è il poker moderno, un business che muove milioni di euro e migliaia di giocatori professionisti in tutto il mondo, ex calciatori, attori, petrolieri, imprenditori, persone che mai e poi mai ci si immaginerebbe di ritrovare seduti ad un tavolo verde. Insomma, un vero e proprio specchietto per le allodole, per invogliare sempre più gente a tentare la fortuna.
A che pubblico è rivolto il tuo romanzo?
“Poker Faces” è un thriller a tutti gli effetti , dove il poker fa solo da sfondo ad un’ indagine poliziesca rivolta a smascherare l’autore di alcuni efferati delitti. La storia di Simone, il giocatore di Poker, s’ intreccerà suo malgrado a quella di uno spietato killer, astuto e camaleontico, e a quella del commissario Maglione e della criminologa Campisi che indagano sulla scia di morte lasciata dal Killer. Un thriller per gli amanti delle indagini poliziesche, delle storie intricate e delle emozioni forti.
- Giocare il tutto per tutto, rischiare sapendo cosa voglia dire “perdere”, porsi di fronte al destino e sfidarlo, rende per un secondo l’uomo “onnipotente”? Che sapore ha la vittoria?
L’uomo è in competizione da quando è apparso sulla terra. Possiamo ricordare i giochi olimpici dell’antica Grecia o le competizioni dei gladiatori romani; insomma, ha sempre sfidato i suoi simili per dimostrare di essere il migliore o semplicemente per ottenere un attimo di notorietà. Essere acclamato, osannato, invidiato, dà quella scarica di adrenalina a cui, una volta provata, è difficile fare a meno.
Conscio che non sempre si può vincere, spesso consapevole che i propri mezzi sono inferiori a quelli degli avversari, molte volte ci prova ugualmente, tenta il tutto per tutto, a costo di andare incontro ad una vera e propria batosta, solo perché chi ha assaggiato una volta il dolce nettare della vittoria, difficilmente rinuncerà ad esso.
- Sono in uscita altri romanzi sullo stesso argomento?
Romanzi thriller ne escono in continuazione, con uno sfondo sul Poker o sul gioco d’azzardo un po’ meno, posso segnalarvi Dead Money, uscito l’anno scorso di Rudy Stegemoeller, sicuramente degno di nota.
Attento allo sguardo del suo interlocutore. Curioso quanto basta per occuparsi degli intriganti casi della vita, Luca Moricca s’interessa di letteratura, di cinema, di musica, di sport, di moto e di tutto ciò che è mistero e, soprattutto, noir. Non ama le imposizioni, neanche quelle dettate dalle regole del gioco. Cerca di mettere il meglio di sé in tutto ciò che fa. ” Ma pensa che fortuna se il vincitore dovesse essere proprio lui, non dovrei neanche faticare a cercarlo, pedinarlo…” leggo nel suo romanzo. Chi pronuncia queste parole? La dea bendata o uno spietato killer? Lascio a voi il tempo per leggere il libro e per rispondere. Nel frattempo, mi allontano dalla sala dove si gioca il “poker moderno”, rimpiangendo un po’ quell’aria densa di fumo che nascondeva i volti tesi di uomini dallo sguardo freddo che, cercando di barare, tentavano di sfidare la sorte, per portare a casa una vittoria che non li avrebbe mai resi felici.
– NOTE SULL’AUTORE –
Luca Moricca è nato il 28 aprile 1974 a Rivoli. Vive e lavora a Torino come responsabile dell’ufficio tecnico di un’azienda meccanica. Ha scoperto la passione per la scrittura e “Poker Faces” è il suo primo romanzo.
– Paola Testaferrata –
