La Fase 2 dell’emergenza sanitaria vede la ripartenza di numerose attività professionali rimaste bloccate per circa 70 giorni. Eppure sono diverse le categorie che, nonostante gli ultimi decreti e ordinanze, nelle prossime settimane non potranno riprendere a lavorare e, di conseguenza, a guadagnare. E’ drammatica la situazione in cui versano soprattutto gli operatori del settore eventi e feste di piazze, come i giostrai, i pirotecnici, gli ambulanti di torroni e leccornie. Tutte categorie professionali che, in modo particolare al Sud, lavorano tantissimo durante i mesi estivi, quando diversi paesi celebrano le feste patronali oppure organizzano sagre ed eventi simili all’aperto.
E’ il caso di Giuseppe D’Amato, rinomato giostraio di Sala Consilina. Un venditore di divertimento soprattutto tra i giovanissimi, una delle figure più attese da bambini e adolescenti nelle feste di piazze. La figura professionale di Giuseppe è legata, soprattutto nel Vallo di Diano, al famoso “Vortice“, la giostra a seggiolini volanti che da decenni rappresenta la più grande attrazione dei luna park. Eppure Giuseppe e i suoi colleghi non possono ripartire. Proprio alle porte della stagione che solitamente li vede maggiormente impegnati.
Le feste di piazza, infatti, al momento sono bandite a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. “Il nostro può sembrare un lavoro effimero, – ci spiega Giuseppe – ma così come un panettiere, un contadino, un macellaio possono nutrirci il corpo, così come la Chiesa, con i preti e il Vescovo ci possono nutrire lo spirito, anche noi con il nostro lavoro possiamo nutrire la mente di spensieratezza, liberandola dai problemi quotidiani“.
“Provate a pensare a come è felice un bambino sulle giostre – continua – ma poter montare le giostre senza le feste di piazza è come vendere il gelato nel deserto“.
L’appello di Giuseppe e della sua categoria professionale è diretto soprattutto al Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Padre Antonio De Luca:”Mi appello al suo buon cuore, affinché intervenga per far sì che le feste di piazza, almeno da luglio, si possano svolgere regolarmente. Logicamente questo non vale solo per me ma anche per tutti gli altri commercianti e siamo migliaia che viviamo di questo lavoro“.
– Chiara Di Miele –
Condivido le preoccupazioni di Giuseppe. Oltre alla perdita del lavoro e dei mezzi di sostentamento di tante famiglie, si perderebbe un pezzo di storia della mostra comunità.
Non possiamo permetterci nè l’una nè l’altra.
Bisogna che le Istituzioni consentano la ripresa di tali attività, nel rispetto della tutela della salute.
Comunque il fenomeno sta calando.
Speriamo bene