Apparteneva quasi sicuramente ad un adolescente del periodo sannitico lo scheletro ritrovato nella tomba numero 10000 portata in luce qualche giorno fa a Pontecagnano, a testimonianza dell’antico insediamento etrusco-campano sviluppatosi dagli inizi del IX secolo a.C. fino all’età romana. Le indagini archeologiche preventive sono condotte dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino in un’area destinata alla realizzazione di un nuovo complesso residenziale. Si tratterebbe di un giovanissimo guerriero etrusco di circa 12 anni.
La sepoltura fa parte di un’ampia necropoli impiantata alla fine del V secolo a.C. e frequentata fino alle prime fasi dell’insediamento romano. Le tombe risalgono al periodo sannitico e restituiscono una chiara immagine del costume funerario dell’epoca, con sostanziali differenze riconducibili allo stato sociale, al genere e alla classe d’età dei defunti. La tomba 10000 è a cassa, molto frequente nella necropoli, in tufo grigio campano, realizzata con blocchi perfettamente squadrati.
A giudicare dalla lunghezza dello scheletro e dalle dimensioni delle ossa si tratta di un adolescente di cui si conservava perfettamente la parte inferiore, dal bacino ai piedi, mentre quella superiore era stata danneggiata da infiltrazioni di radici e da animali. Nel corredo un grande cinturone di bronzo indossato e due coppe di vernice nera collocate ai piedi. Una, dotata di anse, è la tipica coppa destinata al consumo del vino. Alcuni elementi sono peculiari del costume maschile di epoca sannita, come il cinturone che allude alla sfera guerriera e che è anche un importante simbolo di status.
Pontecagnano da anni rappresenta per molte generazioni di archeologi un importante campo di formazione e studio e costituisce ancora oggi un punto di riferimento fondamentale per le attività didattiche dell’Ateneo salernitano. La recente scoperta è particolarmente emozionante, dunque, per tutta la comunità archeologica.