Detenzione illegale di specie protette. Con questa motivazione i Carabinieri Forestali del Nucleo Cites hanno posto sotto sequestro alcuni animali presenti all’interno del Parco Giada di Lagonegro.
Un sequestro che arriva dopo che ci sono state aspre polemiche a Lagonegro sulla gestione del Parco, sollevate dalla minoranza consiliare, dopo un atto di indirizzo del sindaco Maria Di Lascio che ha pensato a un bando per la gestione dell’area e per renderla fruibile e visitabile.
Il sequestro, inoltre, è avvenuto dopo che, nei giorni scorsi, i militari del servizio che tutela le specie di fauna e flora protette, si sono presentati al Municipio per un controllo sulla documentazione riguardante l’autorizzazione a detenere nell’oasi situata in località Calda gli esemplari presenti. Gli animali sequestrati sono daini, mufloni e cinghiali. Documentazione che non sarebbe stata rinvenuta tra quella in archivio nel Municipio di Lagonegro. Animali che si trovavano nell’oasi da circa sette anni, da quando l’Amministrazione comunale dell’epoca decise di acquistarli per ripopolare l’area.
Il sindaco Di Lascio, intervenendo anche in un video su Facebook, ha fatto sapere che è intenzione dell’Amministrazione “salvare l’area e restituirla ai cittadini mentre ora è una spesa a carico della fiscalità generale per 50mila euro annui, senza alcun beneficio”.
Da parte della minoranza, con i rappresentanti Giovanni Santarsenio e Concetta Iannibelli, dubbi su una delibera del Comune che indice il metodo dell’asta con offerta segreta per l’aggiudicazione degli animali. Nel Parco ci sono anche pony, emù, anatre, tartarughe, pavoni, testuggini e lama, per un totale di circa 150 esemplari.
