Lo scorso 8 luglio un incidente sul lavoro ha visto tristemente protagonista un 33enne di Caggiano dopo la caduta rovinosa di una pesante e tagliente lastra di vetro che gli ha dilaniato il braccio sinistro. Dopo una disperata corsa al Pronto Soccorso dell’ospedale di Polla, dove i sanitari hanno constatato la gravità della situazione e prestato i primi soccorsi, il giovane è stato trasportato in codice rosso al “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Qui, nell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, il dottor Giovanni Fornino di Sassano e la dottoressa Francesca D’Auria di Teggiano hanno immediatamente sottoposto il 33enne ad un delicatissimo e complesso intervento di ricostruzione delle arterie, delle vene, dei tendini e dei nervi di braccio e avambraccio e delle strutture muscoloscheletriche e tegumentarie coinvolte. Il tempestivo, competente e raffinato intervento operato dai due chirurghi valdianesi ha salvato l’arto del giovane che ha da subito riacquistato la motilità completa della mano nonostante le condizioni devastanti in cui era arrivato al tavolo operatorio.
Il dottor Fornino e la dottoressa D’Auria si sono dichiarati soddisfatti dell’esito della procedura e lieti che il loro intervento abbia restituito una prospettiva di piena normalità di vita ad un ragazzo che altrimenti sarebbe stato destinato alla menomazione permanente. Il paziente con stima e gratitudine ha lodato i due medici e tutti i sanitari che, a vario titolo, lo hanno soccorso salvandogli la vita e la qualità di vita. E così ha voluto fare anche sua sorella, la dottoressa Anna Pepe, attraverso una lettera di ringraziamento indirizzata al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Salerno, il dottor Vincenzo D’Amato.
“Le scrivo non in qualità di medico, ma come sorella di un paziente a cui alcuni tra i migliori colleghi che abbia mai conosciuto hanno salvato la vita al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Lo scorso 8 luglio, mio fratello Antonio ha subito un grave infortunio sul lavoro, nello specifico una brutta ferita all’avambraccio sinistro con un rischio altissimo di perdita dell’arto. Quando è stato trasferito dall’ospedale di Polla al Ruggi, la situazione era drammatica e io stessa ho temuto il peggio. A Salerno, però, mio fratello ha trovato degli angeli, che definirli ‘bravi medici’ è un eufemismo. Il dottor Fornino e la dottoressa D’Auria gli hanno salvato non solo il braccio, ma la vita stessa. Hanno eseguito un intervento chirurgico delicatissimo e rischiosissimo, dimostrando una bravura e una professionalità che, da medico, poche volte mi è capitato di trovare.
Credo che siano delle eccellenze della medicina e siano l’esempio di un’ottima sanità, nonché motivo di orgoglio per il nostro territorio. Il dottor Fornino, quando l’ho ringraziato in lacrime per aver salvato mio fratello, mi ha risposto che hanno fatto solo il loro dovere, beh credo che abbiano fatto molto di più. Hanno permesso ad un ragazzo di 33 anni, che rischiava di perdere un braccio, di tornare alla sua vita, e per questo non basterà una vita per ringraziarli. Il dottor Fornino e la dottoressa D’Auria, assieme agli ortopedici e agli anestesisti, sono l’esempio della ‘Buona Medicina’, di quella a cui aspiriamo tutti quando siamo all’Università. Sono l’esempio di quella ‘Chirurgia Utile’, che ti salva la vita.
Questa mia lettera vuole essere solo un piccolo ringraziamento, da medico, ma soprattutto da sorella di Antonio, a cui questi angeli hanno salvato la vita. Ringrazio immensamente tutto il reparto di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, diretto dal dottor Accarino e assieme al mio ringraziamento si unisce quello di mio fratello e di tutta la mia famiglia. Con immensa gratitudine e orgoglio“.