E’ stato presentato a Roma il rapporto Ecomafia 2015, il rapporto annuale di Legambiente sulla criminalità ambientale, alla presenza del Ministro della Giustizia Andrea Orlando e del Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti.
Il 2015 è l’anno della legge n. 68 del 22 maggio, che introduce nel Codice Penale uno specifico Titolo, il VI-bis, dedicato ai delitti contro l’ambiente. Mentre il 2014 si è chiuso con 29.293 reati ambientali commessi, circa 80 al giorno, poco meno di 4 ogni ora. Un’aggressione che ha arricchito gli ecomafiosi e gli ecocriminali di altri 22 miliardi di euro, 7 in più rispetto all’anno precedente. Spinta dovuta principalmente al fatturato illegale del settore agroalimentare, che tra sequestri e finanziamenti illeciti intercettati ha superato i 4,3 miliardi.
Cresce l’incidenza criminale in Puglia, Sicilia Campania e Calabria, che continuano a mantenere le prime quattro posizioni in classifica. In controtendenza però rispetto agli altri anni il calo dei reati in Campania, misurabile nel 21% circa, in particolare nella provincia di Napoli, dove la riduzione è stata del 36%. Dato spiegabile con l’attenzione particolare che si è concentrata su questa regione, con la moltiplicazione delle emergenze ambientali e sanitarie che ha portato all’emanazione del Decreto Terra dei Fuochi.
Il ciclo dei rifiuti è quello che ha registrato la più alta percentuale di crescita del numero di reati, con un rialzo del 26%. Crescono i reati accertati nel settore del cemento (5.750/+4,3%), mentre la Campania si conferma la regione con il più alto tasso di illegalità , seguita da Calabria, Puglia e Lazio. A questi dati vanno aggiunte le stime sull’abusivismo edilizio elaborate dall’Istituto di ricerca Cresme Consulting, che nel 2014 sarebbe quantificabile in circa 18mila nuove costruzioni fuori legge. Nel settore agroalimentare il calo del numero di reati dai 9.540 del 2013 ai 7.846 del 2014 è compensato dall’aumento del volume d’affari illegale.
In Campania, nello specifico, nel settore dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti si sono registrati 28 arresti, 402 sequestri, 1070 denunce e 896 infrazioni accertate.
L’illegalità nel ciclo del cemento ha fatto invece registrare 260 sequestri, 3 arresti, 1020 denunce e 835 infrazioni accertate.
Il rapporto Ecomafia 2015 è stato realizzato, come ogni anno, grazie al contributo delle Forze dell’Ordine, Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato e delle Regioni e delle Province a statuto speciale, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Capitanerie di Porto, l’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, le Polizie Provinciali, la Direzione Investigativa Antimafia, la Direzione nazionale antimafia.
– redazione –