Stillafest, la rassegna culturale dedicata all’ambiente, alle scienze e all’acqua ha aperto i battenti ieri sera nel centro di Pertosa, in piazza De Marco.
I saluti introduttivi sono spettati al direttore artistico Vincent Vitale che ha deliziato i presenti con “Stilla”, la melodia composta appositamente per il festival, diventata colonna sonora della rassegna.
Terminata la musica, la serata è entrata nel vivo con l’ingresso sul palco del narratore teatrale Roberto Mercadini. Tra risate e riflessioni filosofiche l’autore è riuscito a discettare sul tema dell’acqua spaziando dalla letteratura, ai testi sacri, al pensiero dei filosofi antichi, alle poesie contemporanee tenendo alta l’attenzione del pubblico.
“Scritto sull’acqua”, il monologo in evoluzione che Mercadini ha pensato per l’apertura di Stillafest, è iniziato con una riflessione che risale alla notte dei tempi. “Se la terra era una palla incandescente di fuoco, da dove è arrivata l’acqua? Proprio dal fuoco, ovvero dall’eruzione dei vulcani che hanno sprigionato quantità enormi di idrogeno e di ossigeno, i quali si sono legati e insieme hanno formato il vapore acqueo, le nubi dell’atmosfera da cui è scesa l’acqua, la pioggia. Dunque, l’acqua viene dal fuoco!”.
Mercadini, studioso e filosofo, offre agli spettatori una seconda ipotesi sulla nascita dell’acqua, sulla scorta dell’idea condivisa con la poetessa Mariangela Gualtieri: l’acqua viene dallo spazio, dalle comete che sono enormi blocchi di ghiaccio. Da qui l’assioma per eccellenza: “dall’acqua è nata la vita”. L’autore ha intrapreso un racconto ironico impersonificando, a tratti, i batteri e le specie di animali che vivevano in un mondo pieno d’acqua. Ha strappato molti sorrisi quando ha preso d’esempio la balena “la maestra inarrivabile dell’adattamento”, come la definisce l’autore. “La balena infatti è un pesce che è diventato mammifero. Vive dove non può respirare, non respira dove vive. E’ incredibile! Quando la vita mi si presentata in maniera più complicata del previsto penso a lei e mi conforto!” ironizza Mercadini.
Rispettando a pieno il suo stile teatrale che alterna alla narrazione la lettura di passi poetici, le citazioni di testi antichi e l’ironia dei contemporanei, il filosofo ha fornito un alto esempio di personaggio, anzi di eroe, la cui figura è legata all’acqua. Si tratta di Mosè “salvato dalle acque del Nilo dalla figlia del faraone. Proprio lui, a cui toccò dividere le acque per allontanare gli ebrei dall’Egitto”. In questo passo la lucida ironia dell’autore ha trascinato il pubblico. “Mosè, cresciuto a casa del faraone d’Egitto, doveva invece persuaderlo affinché liberasse gli ebrei dalla sua terra. Pazzesco! Proprio lui che non conosceva la cultura ebraica, né i grandi padri, era stato chiamato ad intercedere. Proprio a Mosè che aveva la lingua pesante, cioè era balbuziente, è toccato questo ruolo! Sembra fantascienza”.
Cambio registro, cambio argomento. Si legge ancora una poesia, si riflette sulla forma dell’acqua e sulla sua presenza nelle riflessioni dei filosofi antichi. Talete di Mileto riteneva che l’acqua fosse l’archetipo. Ricordiamo, in tempi successivi, la riflessione di Eraclito secondo cui “nessun uomo può bagnare i piedi due volte nello stesso fiume perché non è lo stesso fiume ed egli non è lo stesso uomo”.
Qual è la forma dell’acqua? E il suo colore? Per rispondere scomoda i greci che indicavano l’acqua con il termine “bianco” perché pensavano alla spuma del mare. Mercadini riflette poi sulla forma, ovvero sulla rappresentazione grafica della goccia e studiando l’argomento “ho fatto un po’ di filosofia attorno alla forma della goccia d’acqua”. Così l’autore ha letto dei suoi versi offrendo al pubblico una riflessione.
Mercadini ha la capacità di spaziare da un arco temporale all’altro, passando da Eraclito a Leonardo Da Vinci in modo sempre molto chiaro. Ha, infine, regalato ai presenti la lettura dell’amaro monologo finale del libro “Moby Dick” in cui il capitano Acab rimpiange lo sguardo di un umano, avendo vissuto in prenda al livore, sempre in mezzo al mare.
Roberto Mercadini ha terminato il suo monologo con un messaggio antispreco utilizzando una similitudine chiarificatrice: “E’ come se per pulire i pavimenti andassimo a comprare una camicia di alta sartoria e la utilizzassimo come straccio. Allo stesso modo sprechiamo l’acqua potabile, ben il 10%, per tirare lo sciacquone del water. Siamo pazzi? Utilizziamo ancora acqua potabile, per il 20%, nelle industrie al fine di creare vernici e per lavare i mezzi. Siamo pazzi? Ogni giorno mille bambini muoiono per scarsa igiene collegata alla carenza di acqua. Pensiamoci”.
Nella mattinata diversi alunni delle diverse scuole del Vallo di Diano e del Tanagro hanno preso parte a spettacoli, lezioni ed esperimenti di laboratorio sull’ambiente e sull’acqua nella “School Edition”.
Stillafest prosegue con la ricca programmazione dal 7 al 9 giugno presso le Grotte di Pertosa-Auletta. Quattro i convegni internazionali che si svolgeranno presso il Museo del Suolo e che vedranno ospiti di eccezione che parleranno del futuro del pianeta. Diversi i temi che saranno trattati: “L’acqua è infinita? Sfide, risvolti sociali, sanitari e ambientali, per tutelare una risorsa indispensabile” e “Il nutrimento umido di tutte le cose. Dai cibi archeologici ai novel food” previsti per venerdì 7 giugno, “La goccia che ama la roccia”- Il rapporto diacronico tra uomo e acqua dalla preistoria ad oggi” che si terrà sabato 8 giugno e il convegno di chiusura di domenica 9 giugno dal titolo “Le vie dell’acqua, Esperienze, Innovazioni, prospettive e progetti per il territorio”.