– Lettera aperta alla redazione –
Ellis Island, l’isoletta che sorge di fronte a Manhattan, nell’insenatura in cui è situato il porto di New York, è stata la prima tappa per tanti emigranti che tra il 1892 e il 1924 partivano dalle loro terre d’origine sperando in un futuro migliore negli Stati Uniti. Tra questi, molti erano del Vallo di Diano.
Quando le navi giungevano a New York, i passeggeri più agiati di I e II classe venivano “ispezionati” a loro comodo nelle proprie cabine e scortati da ufficiali dell’immigrazione a terra, quelli di III, invece, venivano portati ad Ellis Island per l’”ispezione” che era più dura. I medici “esaminavano” e “marcavano” con del gesso la schiena di tutti coloro per i quali occorreva un esame per verificarne le condizioni di salute e per distinguere gli indesiderabili e i malati. Questi ultimi erano sottoposti ad ulteriori controlli per accertare la presenza di malattie “ripugnanti o contagiose’’ o manifestazioni di pazzia e chi non superava le visite, veniva confinato sull’isola fino a diversa decisione o rimbarcato.
Ogni emigrante veniva interrogato dagli ispettori per individuarne la nazionalità e l’affiliazione politica.
Le scene sull’isola erano davvero penose, le famiglie venivano divise: uomini da una parte, donne e bambini dall’altra. Molti arrivavamo affamati, sporchi, senza denaro e senza conoscere la lingua. Le persone che venivano rifiutate si tuffavano in mare pur di raggiungere Manhattan, altre si suicidavano pur di non affrontare il viaggio di ritorno. L’afflusso di gente era sempre altissimo, nel giro di alcune ore veniva deciso il destino di tante famiglie, tant’è che ad Ellis Island venne dato il nome di “Isola delle lacrime”.
Oggi l’isolotto ospita un Museo dell’Immigrazione, circa 10 milioni di Americani possono rintracciare le loro origini attraverso documenti, vestiti, foto dell’epoca ed altre testimonianze. Tantissime persone del Vallo di Diano tentarono la fortuna nella “Merica”, ed alcune sono ricordate in questo elenco. Tra i tanti, manca uno dei nostri emigranti più illustri, Giuseppe “Joe” Petrosino che giunse a New York con la famiglia nel 1873, molti anni prima dell’istituzione di Ellis Island come stazione di controllo sanitario e di identità.
- Ecco alcuni nomi riportati nell’archivio:
Lopardo Vincenzo, di Atena Lucana, giunto il 14 aprile 1910 all’età di 26 anni
Lopardo Teresa, di Buonabitacolo , giunta l’11 maggio 1906 all’età di 21 anni
Lopardo Angelo, di Monte San Giacomo , giunto il 22 novembre 1923 all’età di 21 anni
Petrosino Angelo, di Montesano, giunto l’ 11 aprile 1906 all’ età di 22 anni
Alliegro Giuseppe, di Padula , giunto il 6 settembre 1899 all’ età di 31 anni
Priore Carmine, di Polla, giunto l’8 ottobre 1902 all’ età di 21 anni
Paladino Angelo, di Sala Consilina, giunto il 31 dicembre 1911 all’ età di 30 anni
Marmo Angelo, di San Pietro al Tanagro, giunto il 1 febbraio 1906 all’età di 19 anni
Costa Antonia, di Sant’Arsenio, giunta il 13 luglio del 1905 all’ età di 36 anni
Abbatemarco Rachele, di Sassano , giunta il 13 luglio del 1905 all’età di 31 anni
Petrizzo Rosa, di Sassano, giunta il 13 luglio del 1905 all’età di 4 mesi
Marmo Antonia, di San Rufo, giunta il 15 luglio 1906 all’età di 47 anni
Cantelina ( o Caltelmi) Giuseppe, di Teggiano, giunto il 13 luglio 1905 all’ età di 46 anni
Cimino Domenico, di Teggiano, giunto 15 aprile 1905 all’età di 18 anni
Cimino Maria Antonia, di Teggiano, giunta il 6 luglio 1900 all’età di 26 anni
Cimino Vincenzo, di Teggiano, giunto il 13 maggio 1903 all’età di 23 anni
Di Sarli Luigi, di Teggiano, giunto il 19 novembre 1903 all’età di 33 anni
Gallo Antonio, di Teggiano, giunto 22 ottobre del 1902 all’età di 23 anni
Gallo Paolo di Teggiano, giunto il 28 giugno del 1906 all’età di 25 anni
Gangone Anna, di Teggiano, giunta il 31 maggio 1906 all’età di 29 anni
Gangone Concetta, di Teggiano, giunta il 13 maggio 1903 all’età di 28 anni
Gangone Cono, di Teggiano, giunto il 22 ottobre 1902 all’età di 21 anni
Gangone Filomena, di Teggiano, giunta il 22 ottobre 1902 all’ età di 20 anni
Fusco Antonio, di Teggiano, giunto il 13 aprile 1898 all’ età di 63anni
Sanseverino Gaetano, di Teggiano, giunto il 9 maggio del 1904 all’ età di 19 anni
Sanseverino Maria, di Teggiano, giunta il 5 dicembre del 1898 all’ età di 19 anni
Trezza Antonio, di Teggiano, giunto il 13 maggio 1903 all’ età di 17 anni
Questa lettera è dedicata, con amore, a tutti gli emigranti onesti e laboriosi che nel corso degli anni hanno lasciato i loro affetti e i loro paesi d’origine in cerca di fortuna nell’Italia del Nord, nelle Americhe, in Europa, in Africa, in Oceania e che con i loro sacrifici hanno contribuito alla ricchezza economica delle Nazioni che li hanno accolti, sfidando i tanti pregiudizi che spesso li hanno accompagnati.
Consiglio vivamente, soprattutto ai nostri giovani, la lettura di due libri bellissimi e toccanti: “Pane Amaro – Un Immigrato Italiano In America” di Elena Gianini Belotti e “La Signora di Ellis Island” di Mimmo Gangemi.
Per effettuare una ricerca dei nomi riportati nell’achivio di Ellis Island, è possibibile cliccare su www.libertyellisfoundation.org
– Lucia Fusco –
Anche qui un Costa Rica esiste una famiglia di Teggiano, arrivata nel 1929 circa , conobbi una signora anziana ormai defunta, suo marito se non sbaglia si chiamava Vincenzo .. Quando portai mia madre nel 1998 a conoscere quell’anziana signora non riusciva a crederci, viveva praticamente nella giungla e parlava il.suo dialetto..
sono daccordo con te circa l’accoglienza, ma la nostra realtà con gli immigrati è grave. Non credo proprio che le autorità americane dell’epoca avrebbero accettato tutto il caos-violenza che gli immigrati da noi provocano. Essi aggrediscono e uccidono gli italiani senza alcun rispetto-educazione per noi che li accogliamo, pur essendo un paese già in crisi per disoccupazione giovanile e non. Lo stato italiano dovrebbe realmente espellere i delinquenti che commettono aggressioni e seminano violenza e terrore contro gli italiani, non soltanto “parlare senza agire” solo per lavarci la faccia e farci ammutire per pochi giorni.
Michelle e Rosa Amato LISA siamo mi grande nonni.
Bellisimo articolo o ricerca ,premetto che sono un emigrato all’estero da oltr 50’anni ma che soffro quando leggo certi attacchi contro quei poveri cristi che oggi vengono in Italia. Abbiamo tutti dimenticato cosa eravamo ,anche noi toglievamo lavoro ai locali facendo concorrenza a meno prezzo. Chiaro che ci vorrebbe più controllo da parte delle autorità ,ma non prendersela con gli affamati. Politici che fanno la loro fortuna speculando sui stranieri c’é ne sono ovunque .So cosa vuol dire quando ti senti accusato o chiamato in causa senza averne colpe. Una cosa vorrei sottolineare che molti di noi emigrati dopo essersi sistemati hanno paura dei nuovi arrivati e si buttano nei partiti antistranieri trovando la scusa noi siamo andati per lavorari . Questo non é affatto vero perché anche noi abbiamo esportato e esportiamo ancora tanta delinguenza. Abbiamo portato cultura ,e son sicuro che anche tanti di quelli che arrivano da noi ne portano noi. Complimenti per l’articolo Costabile.
Rocco sicuramente ,ho fatto questa ricerca alcuni fa non ricordo tutti i nomi.:-)
C’ è anche mio nonno, GARONE MICHELE di Sala Consilina giunto nel 1910 all’età di 23 anni.