Ha avuto luogo questa mattina a Sala Consilina la conferenza indetta dall’avvocato Angelo Paladino per fare il punto della situazione sulla vicenda giudiziaria legata alla scomparsa di Rosaria Lobascio.
La giovane morì nel 2018 a soli 22 anni all’ospedale “Curteri” di Mercato San Severino dopo un intervento di riduzione gastrica. Una settimana prima Rosaria si era sottoposta all’operazione che sembrava essere riuscita e dopo pochi giorni era ritornata a casa. In seguito a causa di complicazioni era stata portata prima al Pronto Soccorso dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla e poi nuovamente al “Curteri” dove poi smise di vivere. Il GIP del Tribunale di Nocera Inferiore ha deciso che non c’erano le condizioni per rinviare a giudizio gli 11 medici indagati (tra questi 2 dell’ospedale di Polla) e questa decisione ha comportato l’archiviazione.
“Un intervento di routine che prevede degli inconvenienti ma questi sono ben conosciuti anche dai medici – sottolinea l’avvocato Paladino – Bastava essere più accorti nella fase operatoria, post operatoria e fare le verifiche necessarie. È mai possibile che nel 2018 non si fanno le verifiche con TAC dopo un intervento così imponente? Non è stata fatta la TAC al momento delle dimissioni e non è stata fatta 4 giorni dopo il ricovero presso il Pronto Soccorso di Polla. È una grave negligenza di fronte ad una paziente che stava in ottima salute. Lo strozzamento erniario può avvenire durante la fase operatoria ma si può intervenire successivamente. Lamentiamo la mancanza di assistenza operatoria e post operatoria al ‘Curteri’ ma anche l’insufficienza nella cura all’ospedale di Polla. Questa TAC è stata fatto solo prima del secondo intervento e poche ore prima della morte. Se fosse stata fatta prima non parlavamo di una morte assurda”.
Nonostante l’ordinanza di archiviazione, l’avvocato Paladino e la famiglia non hanno intenzione di fermarsi ma continueranno la battaglia per chiedere giustizia: “Abbiamo una perizia che dice tutt’altro e ha contrastato l’ipotesi avanzata dalla Procura della Repubblica. Il dottor Maiese ha contestato le risultanze e ha sottolineato che ci sono state negligenza ed imperizia. Andremo avanti, denunceremo il personale medico che non è stato ancora inquisito come il Primario che ha partecipato nella fase post operatoria e denunceremo anche il comportamento negligente e di grave ritardo delle strutture giudiziarie. Chiederemo al ‘Ruggi’ e al ‘Curto’ il risarcimento dei danni economici”.
Presente anche il papà della ragazza Domenico Lobascio che con gli occhi lucidi ha ricordato gli ultimi giorni di vita della figlia e i continui consulti telefonici con i sanitari per spiegare la situazione: “Il medico mi disse che c’era il 96% di possibilità che l’intervento sarebbe riuscito. Ho visto mia figlia in una settimana viva e poi morta. Dopo l’intervento è stata sempre male, lamentava mal di stomaco e vomitava di continuo. Il lunedì è stata dimessa ma a casa è stata sempre male e più giorni passavano e più si indeboliva”.
- Articolo correlato:
10/8/2022 – Giovane di Sala Consilina morta dopo un intervento. Per il giudice non ci sono responsabili