Aree protette, difesa della biodiversità e turismo sostenibile a bordo di Goletta Verde a Marina di Acciaroli.
“Torre La Punta” si estende sulla costa del Comune di Pollica, tra il bordo di Acciaroli e quello di Pioppi, quest’area ricomprende uno specchio acqueo di oltre 1 milione di metri quadri ricco di straordinaria biodiversità. Al suo interno sono presenti reperti archeologici di epoca greco-romana di cui, negli ultimi anni, si è scoperta l’esistenza.
Da tempo Legambiente Campania si pone l’obiettivo di sensibilizzare le Amministrazioni nazionali e locali circa l’istituzione di un’Area Marina Protetta per Torre La Punta, al fine di tutelare gli ecosistemi, la biodiversità marina e valorizzare la piccola pesca artigianale. Goletta Verde, nel suo viaggio itinerante, ha accolto a bordo dell’imbarcazione Francesca Ferro, Direttore Legambiente Campania, Stefano Pisani, sindaco di Pollica, Sara Roversi, Presidente del Future Food Institute per una veleggiata volta a chiedere proprio tale istituzione.
È necessario comprendere come le attività umane possano svilupparsi senza incidere negativamente sull’ambiente, a cominciare dalla pesca. Scopo dell’incontro, infatti, è stato quello di contribuire ad una “crescita blu” attraverso una gestione responsabile delle risorse marine che contribuisca a migliorare la biodiversità e la resilienza del clima. In questo percorso si deve puntare su un turismo responsabile, di qualità e attento all’ambiente, e sulla pesca sostenibile che non impatti sugli habitat e le specie a rischio e che riduca il suo impatto sulle risorse e operi nella legalità.
L’individuazione di un punto di protezione mediante l’istituzione dell’Area Marina Protetta Torre La Punta è una richiesta che necessita di particolare attenzione da parte degli enti e delle Amministrazioni. Istituire tale area corrisponderebbe non solo a rispettare la volontà delle Amministrazioni locali coinvolte e delle comunità ad esse annesse, ma rappresenterebbe anche una svolta politica delle scelte da attuare per tutte quelle zone che necessitano e meritano di essere valorizzate e, quindi, protette. L’Area dovrebbe rappresentare un luogo di sperimentazione di tecniche innovative di pesca che, oltre a garantire la salvaguardia della fauna marina, possa garantire anche la qualità del pescato mediante un’azione congiunta con i pescatori, vere e proprie sentinelle del mare.
“Occorre puntare sulla piccola pesca costiera artigianale poiché rappresenta il settore della pesca con il minor impatto ambientale e con il più alto tasso di occupazione. I protagonisti di tante consolidate esperienze di collaborazione con gli operatori della pesca e della piccola pesca in particolare sono sicuramente le Aree Marine Protette che promuovono azioni concrete di salvaguardia della biodiversità marina e utilizzo delle risorse, la valorizzazione della filiera corta e di specie ittiche meno conosciute e in generale un modello sostenibile ed eco-compatibile di gestione del settore della pesca – afferma Francesca Ferro – Ecco perché oggi a bordo di Goletta Verde insieme al sindaco di Pollica chiediamo l’istituzione dell’Area marina Protetta di Torre la Punta e chiediamo di aumentare la qualità e la quantità di superficie delle aree marine protette che, insieme alla sinergia tra istituzioni, Amministrazioni, operatori, associazioni e aziende e a una corretta gestione e valorizzazione del territorio, consentirebbe la possibilità di trarne benefici non solo ambientali ma anche sociali ed economici”.
Alla firma del “Manifesto per il futuro del Mediterraneo – Area Marina Sperimentale per la Costa del Cilento” erano presenti diversi sindaci del Golfo di Policastro e del Cilento.
Infine Goletta Verde ha presentato oggi i risultati delle acque analizzate in Campania. Sono stati campionati 5 punti nella provincia di Caserta, 8 punti nella provincia di Napoli, 14 punti nella provincia di Salerno e 4 punti nell’isola di Ischia. Il 51% dei punti è stato prelevato presso punti critici (foci e canali) e l’altro 49% in mare, determinando questi risultati delle analisi microbiologiche: dei 16 punti prelevati in prossimità di foci e canali che potenzialmente apportano inquinamento per una scarsa o inefficiente depurazione, risultano oltre i limiti di legge ben 10 punti fortemente inquinati, 2 punti inquinati e 4 punti entro i limiti di legge. Dei 15 punti che sono stati prelevati in mare in prossimità di criticità conosciute e costantemente monitorate dall’azione di goletta verde, 2 punti sono risultati inquinati e i restanti 13 entro i limiti di legge.
“Scendendo nel dettaglio dei punti oltre i limiti di legge – spiegano i volontari – possiamo dire che abbiamo riscontrato 2 punti fortemente inquinati nella provincia di Caserta, che fanno riferimento alla foce del fiume Savone a Mondragone e del Regi Lagni a Castelvolturno; 2 punti fortemente inquinati nella provincia di Napoli, la foce del canale di Licola, la foce del fiume Sarno, mentre risultano 2 punti inquinati, il mare presso la foce del rivolo Neffola a Minori e la spiaggia fronte il rivo San Marco a Castellammare di Stabia; nella provincia di Salerno abbiamo, invece, 6 punti fortemente inquinati: la foce del Regina Minor a Minori, la foce del fiume Irno sul lungomare di Salerno, la foce del fiume Picentino tra Salerno e Pontecagnano Faiano, la foce del torrente Asa a Pontecagnano Faiano, la foce di un canale di scarico a Eboli e la foce presso il rio di via Poseidonia, mentre 2 punti inquinati la foce del Tusciano a Pontecagnano e la foce del fiume Solofrone a Capaccio. Il 64% dei punti oltre il limite di legge (9 su 14) ricadono in prossimità di foci che non vengono campionate dalle autorità competenti perché non ritenute balneabili, ma presso le quali si trovano spesso spiagge libere frequentate dai bagnanti ignari del potenziale pericolo”.
Ancora troppo poca e scarsa l’informazione ai cittadini nei comuni campani monitorati da Goletta Verde: solo in 4 dei 31 punti di prelievo eseguiti sono stati avvistati i cartelli che definiscono la qualità delle acque di balneazione.