Più di quattromila tra donne e uomini appartenenti a sette nazioni della Nato, 37 navi, 3 sommergibili, 11 velivoli, 15 elicotteri, veicoli d’assalto e forze speciali. Sono solo alcuni dei numeri e dettagli dell’importante operazione denominata “Mare Aperto 2022”, che si è svolta nel Mar Mediterraneo. Un’esercitazione di grande importanza che ha visto la partecipazione di un giovane di Vietri di Potenza: si tratta di Francesco Montone che ha preso parte a quello che viene definito il maggior evento addestrativo della Marina Militare.
Lo studente vietrese, che studia all’Università Cattolica di Milano, ha avuto la possibilità di prendere parte a questa importante esercitazione a seguito della selezione dopo un bando. A lui l’onere e l’onore di essere uno dei 42 studenti italiani, di 11 Atenei, che hanno preso parte a “Mare Aperto”. Giorni intensi, dove le forze in campo si sono esercitate nel dominio marittimo ma anche aereo e terrestre. Attività anche nell’ambito della cyber-security, con la simulazione di scenari ad alta intensità e in veloce mutamento attraverso cui verificare le capacità di intervento in svariate aree, dalla prevenzione e il contrasto di traffici illeciti e scenari di grande importanza.
- Francesco, di cosa ti sei occupato durante “Mare Aperto”?
“Ho svolto l’incarico di Legad, ovvero consulente giuridico, occupandomi di configurare la giusta cornice legale per legittimare le operazioni militari oltre che fornire pareri in merito alle diverse situazioni di criticità. Infatti, dato che l’Italia è un membro attivo della Comunità Internazionale, è necessario garantire costantemente il rispetto del diritto internazionale, specie nell’ambito di operazioni militari. Ho operato presso il Comando della Seconda Divisionale Navale, denominato COMDINAV 2”.
- Cosa ti ha insegnato questa esperienza?
“Ho avuto modo di apprezzare il grande sforzo profuso dalla Marina nella difesa degli interessi nazionali e della sicurezza del Paese. Infatti, la Marina lavora spesso lontano dai riflettori, in alto mare, quindi distante dalla nostra percezione. Per cui non è affatto scontato sottolineare il grande sacrificio dei militari, la loro incredibile preparazione oltre che l’autentica credibilità della nostra Marina. La nostra partecipazione è funzionale a creare sinergia tra il mondo civile e quello militare. Esperimento senz’altro riuscito a parer mio, grazie soprattutto alla disponibilità e la fiducia che i militari della Marina ci hanno riservato”.
- Sono stati 24 giorni molto intensi e di responsabilità
“In tutti questi giorni ho imparato molto, specialmente a lavorare sotto pressione. Infatti, volendo replicare i ritmi di una crisi reale, gli imprevisti e le emergenze erano sempre dietro l’angolo, complicando non di poco il mio lavoro di consulenza dovendo spesso riconfigurare lo scenario legale oltre che fornire pareri certi in tempi rapidi. L’insegnamento più grande, però, non può che essere quello morale, dell’onere e dell’onore di lavorare a servizio della Nazione”.
I 24 giorni di esercitazione sono stati diretti dall’Ammiraglio Aurelio De Carolis, Comandante in Capo della Squadra Navale, con il suo staff imbarcato sulla portaerei Cavour. Insieme all’Italia hanno partecipato anche unità e reparti delle forze armate di Canada, Francia, Germania, Grecia, Spagna e Stati Uniti, a confermare l’importanza dell’esercitazione. Nei giorni scorsi, la Marina Militare ha fatto sapere che durante “Mare Aperto” sono stati scoperti e identificati 16 ordigni inesplosi risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Gli altri studenti che hanno partecipato con Montone, hanno ricoperto i ruoli di – oltre che legad – political advisor e addetti alla pubblica informazione.
“Ora – ha concluso Montone – sono ritornato alla quotidianità e alla sessione estiva nel terzo anno di giurisprudenza all’università Cattolica”.