Settimana “puntata” delle rubrica dedicata alle interviste dei giornalisti del territorio.
Dopo i sei appuntamenti precedenti che hanno visto protagonisti i colleghi uomini, è ora il turno di una rappresentante femminile della categoria, ovvero Antonella Citro, giornalista del settimanale “Unico”.
Tra le sue esperienze e collaborazioni rientrano quelle con Italia2 Tv, 105 Tv, Cronache del Mezzogiorno e con i siti web tureporter e valloweb. E’ attualmente corrispondente di Radio Alfa e di Radio ICN New York
- Quando e come è iniziata la tua carriera giornalistica?
“E’ iniziata nel 2005, frequentando un Seminario di Cultura Giornalistica organizzato dall’emittente televisiva Italia2 Tv. Ho iniziato a muovere i primi passi collaborando ben presto con il quotidiano salernitano “Cronache del Mezzogiorno” diretto da Tommaso D’Angelo e “Unico” diretto da Bartolo Scandizzo.
Ricordo ancora con affetto, un pizzico di nostalgia accompagnata da molto imbarazzo, la mia prima intervista fatta al grande Gianni Rivera ospite di una tavola rotonda organizzata presso “La Casa delle Parole” di Auletta”
- Quali le tue considerazioni in merito al panorama giornalistico valdianese?
“Le mie considerazioni attuali sono molto positive. Certo, sembra che sia passata tanta acqua sotto i ponti dalla prima esperienza e forse qualche distrazione o peccato di inesperienza lo abbiamo commesso un pò tutti ma se questo è servito per migliorarsi e crescere professionalmente, allora è stato un errore inevitabile che ha dato i suoi frutti. Tuttavia, ritengo che non sempre la comunicazione vada di pari passo con l’informazione o meglio non sempre ne è sinonimo e questo va a discapito di chi ascolta e ci segue”
- Cosa pensi, invece, del contesto politico-amministrativo locale?
“Tutti o quasi risponderemmo che il contesto politico e amministrativo necessita di essere svecchiato nella sua struttura gerarchica, lasciando maggiore spazio ai giovani e alle loro idee. Io dico che anche le generazioni contemporanee dovrebbero imparare a essere più umili e fare tesoro delle esperienze dei veterani della politica per non ripetere sempre gli stessi errori o leggerezze.
Occorre imparare ad ascoltare più la gente. E’ la chiave di volta per essere un buon politico. E nel Vallo di Diano ci sono tanti esempi di buone amministrazioni”
- Nei rapporti con gli interlocutori istituzionali, secondo te esistono ancora delle piccole differenze, a livello di considerazione, tra giornalisti e giornaliste?
“Con mio sommo dispiacere e non perché mi ritenga offesa da una possibile o eventuale differenza, rispondo che è così. Ancora oggi in ambiti molto conosciuti e noti esistono tali differenze e forse non è un problema di considerazione ma di errato “modus pensandi” che influisce negativamente, dando luogo a pregiudizi più disparati che portano a fare differenze piccole o grandi, spesso ben visibili o percepibili ad occhio nudo.
Anche se la storia del giornalismo dà torto a tutto ciò perché ci sono state illustri giornaliste che, più dei colleghi uomini, hanno dato lustro a questa professione, nobilitandola e rafforzandola. Insomma, la notizia è donna ma chi la scrive può essere senza differenza alcuna un uomo o una donna, purchè abbia buon senso e rispetti le cinque W. E la buona considerazione vien da sé senza preferenze di sorta”
- Qual è la notizia o l’argomento che sei stata più orgogliosa di dare o approfondire?
“Non ce n’è stato uno in particolare, tutte le notizie sono uniche e non ripetibili. Forse non nella narrazione ma nel contenuto di un fatto ci sono sempre dei particolari diversi che rendono quella notizia differente dalla precedente e dalla successiva”
- Quale, invece, il tema che ti è maggiormente “pesato” affrontare o che avresti volentieri evitato?
“Tutti i temi inerenti incidenti stradali, dinamiche e ricostruzioni dei fatti con relativa narrazione di eventuali morti. Tutte le narrazioni di stragi o eventi terribili. Occuparsi di cronaca nera in generale per me significa entrare in una sfera molto privata che però deve toccare con lucidità il fatto e il dolore per la perdita di un caro.
In quel momento la voce o la presenza di un giornalista che chiede info per scrivere un pezzo, mi è pesata molto perché forse fuori luogo o di troppo”
- E la gaffe commessa o sfiorata?
“A pensarci bene le faccio tutti i giorni ma ci rido su sdrammatizzando il momento fortemente imbarazzante. L’autoironia credo sia la mia più fedele compagna di viaggio!”
- Chi è il/la giornalista più bravo/a del Vallo di Diano?
“Se fossi sfacciata e sfrontata, come la maggior parte dei giornalisti, ti risponderei “certamente io che domande!!!!”. Se fossi troppo buona ti risponderei “tutti siamo bravi allo stesso modo”.
Ritengo che il mondo giornalistico abbia bisogno di bravura, curiosità, preparazione e professionalità e abbiamo tutti stoffa per organizzarci e distinguerci al meglio. (ho deciso di essere diplomatica)”
– Cono D’Elia – ondanews.it –