
La Campania, nonostante un considerevole recupero, rimane la regione con la speranza di vita più bassa tanto tra gli uomini (79,7) quanto tra le donne (83,8). Lo rivela l’analisi Istat dagli indicatori demografici relativi al 2024.
All’interno del quadro nazionale si evidenzia una popolazione che invecchia e che muore con più frequenza dati i rischi a cui siamo esposti.
Oltre alla speranza di vita, l’Istat indaga il tasso di fertilità delle donne nell’intero Paese. In questa classifica la Campania si posiziona al terzo posto tra le regioni italiane con un indicatore che passa da 1,29 a 1,26. E’ stata calcolata in media l’età delle madri che è pari a 32,3 anni sia in Campania che in Trentino-Alto Adige, regione che ha il primato della fecondità. Al secondo posto si posiziona la Sicilia.
L’indagine di Istat analizza anche il flusso migratorio interno. Il Mezzogiorno conferma il suo trend negativo (-52mila, -2,6 per mille abitanti). Sono oltre 401mila le partenze da un comune meridionale a un altro comune italiano, mentre i flussi in entrata verso comuni del Mezzogiorno si fermano a circa 349mila.
La perdita di popolazione nel Mezzogiorno colpisce tutte le regioni dell’area, con intensità più marcata in Basilicata e Calabria dove si osservano i tassi migratori negativi più alti: rispettivamente -5,0 per mille e -4,6 per mille. Anche il Molise (-3,8 per mille) e la Campania (-3,3 per mille) mostrano un tasso migratorio negativo significativo, sebbene meno accentuato.
La Campania, infine, si distingue anche come la regione con la più alta quota di popolazione in età attiva (65,3%), seguita dal Lazio (64,2%) e dalla Lombardia (63,9). La Liguria è la regione con la percentuale più bassa, pari al 60,5%