Con delibera di Giunta è stato approvato un progetto denominato “Formazione e Inclusione: Servizi e misure di inclusione area giudiziaria Vale la Pena lavorare” la cui gestione è affidata all’Agenzia Regionale per il Lavoro e l’Apprendimento Basilicata (A.R.L.A.B). Le azioni del progetto “Vale la pena lavorare” sono finanziate, per una spesa di circa 1,4 milioni di euro, attraverso la programmazione del Pr FESR FSE 2014-2020, con l’obiettivo di potenziare l’inclusione sociale delle persone ospitate nelle Case circondariali lucane e quelle in carico al sistema dei servizi territoriali Uffici di Esecuzione Penale Esterna e Uffici Servizi Sociali Minorenni secondo un percorso complesso diretto a dare una risposta alle difficoltà di inserimento lavorativo delle persone maggiormente fragili e a rischio di discriminazione.
E’ quanto fa sapere l’assessore allo Sviluppo Economico e Lavoro Francesco Cupparo.
I destinatari sono persone che, a diverso titolo e con diverse misure, sono sottoposte a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria limitativi o privativi della libertà personale, quali ad esempio: detenuti e internati nei diversi Istituti del territorio regionale, semiliberi, ammessi al lavoro all’esterno, persone in carico agli Uffici UEPE e USSM della Regione Basilicata sottoposte a misure alternative ampiamente intese e/o a misure di sicurezza non detentive (affidati, detenuti domiciliari, liberi vigilati) e/o in carico ad altro titolo (assistenza post-penitenziaria).
“Il progetto – ha spiegato l’Assessore – intende rendere disponibili azioni orientative e formative e di politica attiva (compreso il tirocinio, anche interno), accompagnate da servizi di supporto e di personalizzazione, allo scopo di sostenere le persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria limitativi o privativi della libertà personale in percorsi di reinserimento sociale fondati sul lavoro che, a partire dall’acquisizione di competenze professionali spendibili, consentano loro di acquisire autonomia e competenze utili alla realizzazione professionale e ad operare attivamente nella società. L’intervento, in continuità con gli anni passati, è volto pertanto ad ampliare le opportunità di reinserimento socio-lavorativo di persone in esecuzione penale attraverso l’offerta di politiche attive e servizi personalizzati con l’obiettivo dell’inclusione attiva e conseguente riduzione del rischio di povertà ed esclusione sociale. Formazione e lavoro sono precondizione essenziale per il reinserimento sociale in quanto spazio per la costruzione di relazioni sociali, occasione di autoaffermazione e di crescita personale e strumento per la riduzione delle recidive e della vulnerabilità dei soggetti inseriti nel circuito penale”.
Il progetto finanzia, pertanto, percorsi integrati di inserimento sociale e lavorativo attraverso interventi multiprofessionali. L’approccio è la presa in carico multiprofessionale con il coinvolgimento dei servizi sociali dei Comuni. Il progetto, quindi, tende a combattere le discriminazioni nel mercato del lavoro, attraverso il recupero e lo sviluppo delle potenzialità soprattutto dopo la fase emergenziale sanitaria che ha determinato un maggiore isolamento nelle carceri, per il raggiungimento di livelli sempre più avanzati di autonomia, oltre che contribuire a ridurre lo stigma verso le persone con provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. Attraverso l’acquisizione di conoscenze che abbiano una ricaduta sull’utilizzo degli strumenti delle politiche attive del lavoro e di quelle tecniche specifiche relative ai diversi settori di qualificazione, si tende a promuovere progressivamente uno sviluppo equilibrato della personalità, stimolando le potenzialità di crescita, di inserimento e di partecipazione sociale e lavorativa.
“L’obiettivo generale – aggiunge Cupparo – è un efficace inserimento socio-lavorativo attraverso una pluralità di strumenti e misure, dalla formazione d’aula o di tipo laboratoriale, ai tirocini interni ed esterni, alla partecipazione ad attività di mentoring. Gli interventi progettuali considerano le caratteristiche dei destinatari (adulti, minori o giovani), le diverse tipologie di misure giudiziarie cui sono sottoposti (detentiva o meno), le disponibilità interne ed esterne di luoghi formativi (compresi i contesti lavorativi nei quali realizzare le attività), oltre alle effettive prospettive occupazionali del territorio. I Percorsi individuali multiprofessionali sono articolati in una serie di azioni rivolte all’inserimento sociale e lavorativo dei destinatari finalizzati ad orientare e accompagnare i destinatari in azioni di rafforzamento personale e sociale e in azioni di inserimento lavorativo”.