Il 1°dicembre si celebra la “Giornata Mondiale della lotta all’infezione contro HIV e AIDS“, istituita dall’OMS nel 1988, e anche quest’anno si vuole sensibilizzare la popolazione su una patologia che attualmente nel mondo colpisce oltre 30 milioni di persone, delle quali circa 9 milioni non hanno accesso alle cure.
La Giornata ha l’obiettivo di divulgare informazioni utili ai cittadini su temi relativi ad un virus ancora molto diffuso creando le necessarie premesse per continuare ad investire nella ricerca contro l’AIDS, promuovere la prevenzione e l’assistenza, per combattere i pregiudizi e sollecitare i Governi e la società civile a destinare risorse e fondi per le cure e le campagne di informazione.
Ed è proprio a causa del pregiudizio e della stigmatizzazione nei confronti dell’HIV che le diagnosi sono ancora tardive. In Italia il numero complessivo di persone che vive con l’infezione da HIV è stimato intorno a 140mila con un tasso di prevalenza pari a 0,2 per 100 residenti e, secondo i dati resi noti dal Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità, l’incidenza casi/popolazione delle nuove diagnosi è in progressivo aumento negli ultimi due anni.
Dopo la fase di riduzione registrata nel 2020, i nuovi casi sono aumentati e nel 2023 sono 2349 con un incremento delle diagnosi tardive rilevate dopo la comparsa dei sintomi, dopo comportamenti a rischio e dopo controlli di routine, screening o campagne informative. Le diagnosi tardive in Italia sono in aumento e fanno registrare i livelli più elevati tra i Paesi dell’Europa. L’aumento più significativo è stato rilevato nella fascia di età 40-49 e nella trasmissione sessuale con un’incidenza osservata in Italia inferiore rispetto all’incidenza media osservata tra gli altri Paesi. La regione italiana che nel 2023 ha segnalato il maggior numero di casi è stata la Lombardia (377), a seguire il Lazio (348), l’Emilia Romagna (253) e la Campania (228).
La Giornata Mondiale contro l’AIDS, vuole essere un momento di riflessione ed un richiamo ad azioni concrete per realizzare l’obiettivo fissato dall’OMS: “Getting to Zero” entro il 2030, ovvero zero rischio di trasmissione, zero nuove diagnosi di trasmissione, zero nuove diagnosi e morti, zero stigma e discriminazione, focalizzando l’attenzione pubblica sulla prevenzione dell’infezione, la promozione di stili di vita corretti, e sui comportamenti da assumere per evitare il contagio e la diffusione del virus.
Fondamentale è l’azione delle campagne di screening soprattutto tra le giovani generazioni per tutelare la salute dell’intera comunità e raggiungere i gruppi di persone più fragili. A tal proposito presso l’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno è attivo l’ambulatorio specialistico infettivologico dedicato ai pazienti positivi all’HIV, al quale si accede con prenotazione diretta senza necessità della prescrizione del medico di Medicina Generale.
Attualmente il servizio ha in carico circa 500 pazienti in trattamento antiretrovirale ed è punto di riferimento per l’intera provincia. In ambulatorio è possibile effettuare anche il test di screening con counselling pre e post test dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 19. Ai fini dell’esecuzione dei test sono assicurati i seguenti principi di gratuità e facilità di accesso, consenso e garanzia di riservatezza e diritto all’informazione e gestione dei risultati
Il test è offerto a tutti coloro che, anche adolescenti, riferiscano comportamenti a rischio, donne in gravidanza, pazienti che presentano patologie infettive causate da agenti patogeni che hanno le stesse modalità di trasmissione dell’HIV o la cui comparsa può essere indice della presenza dell’infezione, persone straniere con permesso di soggiorno e richiedenti asilo.