Il consueto periodo di chiusura delle Grotte di Pertosa-Auletta mirato alla rigenerazione del sistema biologico esistente e volto ad un’indagine del sito archeologico ha consentito di effettuare un intervento di ricerca e documentazione speleo-archeologica, realizzato grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, la Fondazione MIdA, la Società Iren ed il Centro Regionale di Speleologia “Enzo dei Medici”.
Grazie allo svuotamento dell’invaso idrico artificiale nel mese di gennaio si è posta l’attenzione sul giacimento archeologico presente nelle Grotte di Pertosa-Auletta, noto sin dalla fine dell’Ottocento.
Questo insieme di reperti è di eccezionale importanza, nonché caso unico in Europa in ambiente sotterraneo, in quanto conserva i resti di una palafitta di età protostorica risalenti a circa 3500 anni fa. Tale struttura, a causa di una diga che sbarra il fiume ipogeo all’ingresso della cavità eretta per finalità di sfruttamento idroelettrico, può essere indagata solo in casi eccezionali.
L’intervento ha permesso di documentare l’estensione dell’impianto palafitticolo nonché di perfezionare la conoscenza di alcuni settori dell’alveo fluviale in cui consistente appariva la presenza di testimonianze e reperti antichi, riferibili ad un lasso di tempo esteso dall’età neolitica all’epoca romana.
Prossimamente sarà discusso un piano per la prosecuzione delle indagini, previste per il prossimo anno, nonché per la realizzazione di un convegno scientifico che faccia il punto sulle più recenti acquisizioni conoscitive.