Questa mattina il Teatro Francesco Stabile di Potenza ha alzato il sipario sulle celebrazioni per la ricorrenza del Giorno della Memoria, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
L’evento, promosso e coordinato dalla Prefettura di Potenza, d’intesa con il Comune di Potenza e l’Unicef Basilicata è entrato nel vivo con la lettura del messaggio inviato dal Ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ricordando l’importanza di ritrovarsi, ogni anno, per “onorare le vittime della Shoah, nella data in cui vennero aperti i cancelli di Auschwitz svelando al mondo l’orrore dello sterminio ebraico”.
Sono seguiti i saluti istituzionali del Presidente della Provincia di Potenza Christian Giordano, del Sindaco di Potenza Vincenzo Telesca, del Vicepresidente Regione Basilicata Pasquale Pepe e del Prefetto di Potenza Michele Campanaro.
Cuore delle celebrazioni, la consegna delle Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, costretti al lavoro coatto per l’economia di guerra nei campi nazisti dopo l’8 settembre 1943.
Dopo aver ripercorso brevemente i passaggi storici di una delle più drammatiche pagine dell’umanità, il Prefetto ha voluto condividere con la platea un proprio, personale ricordo: “Da poco insediatomi nella mia prima sede da Prefetto, mi è toccato il privilegio di partecipare il 13 dicembre 2017, in presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla inaugurazione del primo museo italiano dedicato alla storia della cultura, dell’ebraismo italiano e della Shoah: il MEIS di Ferrara. Il valore di realizzazioni come per quel Museo è fondamentale, anche per rinnovare quotidianamente la memoria degli oltre 7mila cittadini ebrei vittime della persecuzione nazifascista in Italia. Nei giorni successivi a quella inaugurazione, lo stesso Presidente della Repubblica ha voluto ancor più sottolineare l’importanza di coltivare e tramandare la memoria della Shoah nominando Senatrice a vita Liliana Segre, che ha speso la sua vita testimoniando l’orrore patito ad Auschwitz ed ha reso lustro alla Patria con altissimi meriti nel campo sociale. Questa scelta pone con forza l’accento sul valore di chi con la sua testimonianza ha trasmesso il senso del coraggio, della vita, della necessità del dialogo tra diversi, della solidarietà e della pace, utilizzando parole sempre chiare e potenti che non lasciano spazio ad alcun fraintendimento, né a scorciatoie consolanti su quanto è avvenuto”.
Un pensiero grato e commosso, poi, alla Senatrice a vita Liliana Segre che il Prefetto ha raccontato di aver conosciuto personalmente nel 2019: “Come non condividere i sentimenti della Senatrice Segre quando afferma che il crimine più grande e aberrante di tutti è stato l’indifferenza? Osservo: è stato oppure lo è ancora oggi? Auschwitz ci insegna ogni giorno – ha ricordato il Prefetto – di quali orrori può essere capace l’uomo, anche il più istruito e apparentemente civilizzato, se si lascia catturare dall’odio, dal fanatismo, da teorie aberranti. Odio, fanatismo e aberrazioni che purtroppo oggi, come sappiamo bene, spargono sangue innocente in tante parti del mondo, mettendo a rischio la pace, la civiltà e la convivenza. L’antisemitismo non è scomparso, mentre altre forme micidiali di razzismo, di discriminazione, di intolleranza si diffondono nella civiltà del ventunesimo secolo in maniera insidiosa e incontrollata e impegnano le responsabilità di tutti noi alla difesa convinta e quotidiana dei valori democratici sanciti dalla nostra Carta Costituzionale”.
Il Prefetto Campanaro, affiancato dai Sindaci di Potenza, Missanello, Pignola, Rotonda, Sant’Arcangelo e Tito ha consegnato le onorificenze ai familiari di dieci militari della provincia di Potenza deportati in lager tedeschi e polacchi: Antonio Adinolfi, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Falling Bostel in Germania, dal 9 settembre 1943 all’ 8 novembre 1945; Gaetano Bonitatibus, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Breslavia in Polonia, dal 15 settembre 1943 al 12 agosto 1945. A Giovanni Di Paola, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Ludwigsburg in Germania dal 10 settembre 1943 al 1° marzo 1945; Emanuele Ferraro, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Musingen in Germania il 14 settembre 1943. A Francesco Lettieri, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista KGFL in Germania, dal 16 settembre 1943 al 3 maggio 1945; a Pietro Lo Ponte, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Essen in Germania dal 1° settembre 1943 al 1° aprile 1945; Francesco Pavone, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Spandau West in Germania dal 12 settembre 1943 all’11 agosto 1945; Angelo Racioppo, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Ziegenhain in Germania il 9 settembre 1943; Raffaele Salandra, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Smibury in Germania, dal 9 settembre 1943 all’ 8 agosto 1945; Salvatore Villani, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Mauthausen in Germania dall’ 8 settembre 1943 al 25 novembre 1945.