Volga è un golden retriever di 6 anni ed è il cane guida di Tamara Lopardo di Padula, non vedente da quando era piccola. Tamara è fisioterapista all’ospedale “San Camillo Forlanini” di Roma, dove vive con la sorella, il padre e la sua amica fedele.
Volga è il primo cane guida nel Vallo di Diano ed è stata addestrata alla Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi di Scandicci, in Toscana. Per Tamara è diventata insostituibile e di fondamentale sostegno nell’affrontare gli ostacoli quotidiani che possono presentarsi lungo il cammino di una persona che non riesce a vedere.
Abbiamo intervistato Tamara ed è proprio Volga ad accoglierci all’ingresso di casa Lopardo, con il suo manto dorato e gli occhi che sembrano sorriderci.
- Tamara, raccontaci di te.
Sono nata con un glaucoma, inizialmente vedevo poco e nell’età dell’adolescenza ho perso completamente la vista. Ho frequentato a Padula le scuole elementari e poi mi sono trasferita a Napoli per frequentare l’Istituto Martuscelli, specializzato per i bambini non vedenti, quando a scuola non esisteva ancora la figura dell’insegnante di sostegno. Tutti i miei studi li ho fatti a Napoli, tra cui la laurea. Lavoro da 16 anni a Roma all’ospedale “San Camillo Forlanini”, dedito particolarmente alla ricerca.
- Quando è nato in te il desiderio di prendere un cane guida? Come hai conosciuto Volga?
Durante un viaggio sulla neve insieme ad altri non vedenti che avevano con sè il cane guida. Fu come un lampo, presi una decisione su due piedi, volevo un cane anch’io. Mi feci tante domande, perchè non è semplice prendere un cane guida. In Italia ci sono varie scuole, Volga viene da quella di Scandicci, che è la prima nel nostro Paese e che dal 1929 addestra cani. Si può accedere attraverso una pratica che si trova sul sito web della Scuola. Ci sono però delle considerazioni da fare: è come se due persone dovessero sposarsi, ci vuole chimica. Allo stesso modo per ottenere un cane guida: si tiene prima un colloquio con lo psicologo, la pratica è lunga e selettiva; in seguito ti affiancano il cane per qualche settimana all’interno della Scuola e poi te lo consegnano. Bisogna tenere presente che il cane guida fa un percorso di addestramento di circa 7 mesi e viene anche affidato per un breve periodo ad una famiglia per abituarsi.
- Com’è il vostro rapporto e cosa fa per aiutarti?
Volga è con me da 4 anni, ci siamo innamorate subito. Lei ha un carattere dolce e temperato, ha con me un contatto speciale. Utilizza molto la lingua, nonostante sia adulta, per dimostrarmi il suo affetto. Quello è un modo che ha per comunicare. Quando me l’hanno presentata ha poggiato la sua testa tra le mie mani e ha iniziato a leccarmi. Viene con me a lavoro e sta con me per tutto il tempo. Prima utilizzavo il bastone bianco, forse adesso non sarei più capace di farlo. Volga è i miei occhi. Quando io prendo in mano la sua pettorina capisce che deve lavorare, anche se dovesse accadere a mezzanotte. Quando sono qui a Padula lei mi accompagna in piazza e così riesco ad arrivarci da sola. Il golden retriever e il labrador sono razze più predisposte ad essere addestrate per questo compito, perchè sono cani molto tranquilli e comunicativi. Loro lavorano per schemi, imparano i tragitti e sanno dove devono accompagnarci. Siamo noi però che li guidiamo, loro servono ad individuare gli ostacoli nel percorso. Volga respira con me, sente il battito del mio cuore. Se sono distesa sul letto e poi mi alzo, lei si alza con me, se mi siedo sul divano, lei si siede con me. Non credo che un essere umano possa fare le stesse cose.
- Come hai fatto a fidarti totalmente di un animale?
Non è stato semplice all’inizio, quando non hai tanta sicurezza e anche il cane lo percepisce. Poi, piano piano, inizia ad avere i tuoi stessi passi e il lavoro fatto dall’addestratore diventa molto utile. L’animale si impegna e lavora per istinto, perchè è stato addestrato con alcuni comandi precisi. Volga memorizza dei vocaboli, ad esempio per attraversare la strada io devo dirle “Trovami la zebra!”. Lei si avvicina alle strisce pedonali, io attraverso e poi la premio con un biscotto, come ogni volta che compie una buona azione. Il cane deve essere sempre premiato, anche quando è adulto. Quando invece commette qualche errore va ignorato e non sgridato, ad esempio come quando mi tira per aver visto un gatto in strada. In quel momento non è semplice per me stare calma per strada, per questo motivo le dò il comando, un premio e cerco di dissuadere quella sua distrazione e di tranquillizzarla. Insomma, dietro c’è un lavoro che migliora pian piano e ogni giorno si impara qualcosa di nuovo. Poi c’è un rapporto particolare con il cibo: è il padrone che deve dargli da mangiare, soprattutto i primi anni, per instaurare il giusto legame. Sono cani intelligentissimi che sanno fare la differenza!
- In percentuale quanta autonomia hai acquisito da quando Volga è entrata a far parte della tua vita?
L’autonomia al 100% non ce l’ha nessuno nella vita. La vita non si risolve in questo modo, perchè il cane guida ti rende autonomo ma è un impegno che richiede tanta pazienza. Con il cane non vado sulla Luna, ma ho migliorato l’approccio con le persone. Volga è per me il filo di comunicazione con gli altri. Io posso andare anche da sola o con qualche altra persona in piazza o in farmacia, ma quando ho lei vicino mi dà la possibilità di parlare con gli altri. Mi fa stare bene e mi trasmette serenità. Quando l’ho presa con me la prima volta mi sono commossa, perchè sentivo le sue zampette che si muovevano accanto a me ed è stato bellissimo: grazie a lei io potevo spostarmi da sola! Ricordo che in quell’occasione si sganciò la pettorina e non sapevo come fare, si avvicinò un signore che mi aiutò, io ero nel panico, ma Volga si fermò subito vicino a me. Oggi lei è ovunque io vada, è un membro della mia famiglia. Quando sono a Padula la gente è curiosa e ha voglia di informarsi e capire cosa fa un cane guida. Bisogna spiegare tutto questo alla gente, è importante che si sappia.
- Quindi tu consiglieresti senza remore ad un non vedente di richiedere un cane guida?
Se si tratta di un giovane consiglierei sicuramente di avere voglia di migliorarsi, perchè ha tanti anni davanti. Nella sua vita potrà avere diversi cani e più di un’esperienza, dato che riescono a guidarti per circa 10 anni. Con la formazione è stata fatta tanta strada, oggi tanti giovani non vedenti lavorano all’Università e hanno un cane guida. Consiglio di prendere il cane non in età giovanissima, tipo a 20 anni, ma in età più matura. Anche se tutto è molto soggettivo, perchè è la Scuola a decidere se un giovane è in grado o meno. Non dimentichiamo che per avere un cane guida bisogna essere in buona salute. In Francia viene consegnato anche ai minorenni, mentre in Italia bisogna aver compiuto 18 anni. E’ poi necessario fare il corso di formazione e di orientamento mobilità nella propria zona di residenza. Nel nostro comprensorio non esiste, ma ci si può rivolgere alla sede dell’Unione Italiana Ciechi di Salerno per ottenere tutte le informazioni utili. Si inizia con il bastone bianco e, una volta pronti, si fa la prova con il cane. Se si è autonomi e idonei, dopo un’attesa dovuta alla lista delle richieste (che sono tantissime), si viene affiancati dall’istruttore per due settimane e successivamente c’è la consegna dell’animale. Si può anche addestrare un cane a proprie spese, ma esistono tre Scuole di alto livello (Scandicci, Limbiate e Messina) che consegnano cani in tutta Italia. Consiglio vivamente questa forte esperienza, innanzitutto perchè l’autonomia per un non vedente è importante e poi perchè i cani nutrono un amore e una stima incondizionati verso il padrone, non ti tradirebbero mai.
- Quali sono le difficoltà che un non vedente incontra sul nostro territorio?
Nella nostra provincia la sezione dell’Unione Italiana Ciechi è molto attiva ed è un valido canale e punto di riferimento. Per i corsi di formazione e di orientamento mobilità, che sono in convenzione, bisogna spostarsi a Salerno o a Battipaglia oppure l’istruttore deve venire da lì e questo comporta un costo. Bisogna però dare speranza, anche se il Vallo di Diano purtroppo ha ancora delle crepe, anche per colpa di un’amministrazione politica locale poco attenta. Sono pochi i paesi del comprensorio che fanno luce su queste tematiche. Polla, ad esempio, è stato l’unico paese che ha ospitato la sede dell’Unione Italiana Ciechi, che è stata riaperta nel dicembre scorso e che speriamo possa essere presto operativa. E’ importante non vivere nel buio, perchè oggi ci sono le possibilità e una persona non vedente può fare una vita normale, con tutte le difficoltà del caso, ma abbiamo tanti mezzi che possono renderci autonomi.
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